Numerosi capi di stato e di governo e rappresentanti delle istituzioni europee si congratulano per il premio Nobel per la pace assegnato all’Unione europea.

Ma Attac non si congratula: è del tutto fuori luogo ricompensare l’Unione europea nel momento stesso in cui le sue istituzioni impongono grandi piani di austerità sociale sulle spalle dei popoli, potenziano l’apparato militare della UE e la caccia ai migranti, e conducono una politica commerciale aggressiva.

M. Barroso, presidente della Commissione europea, giustifica il premio dichiarando che l’Unione europea è portatrice di valori di “ libertà, democrazia, dello stato di diritto e di rispetto dei diritti dell’uomo”. Valori che sono però mille miglia lontani dagli orientamenti dei trattati europei.

Come si può dare il premio Nobel per la pace a un’Unione europea fortezza, che pratica una politica di chiusura delle frontiere causando milioni di vittime? Un’Unione impegnata a “migliorare progressivamente le proprie capacità militari (art. 42.3 del TUE) e che riconosce la supremazia della NATO?

Quale messaggio per i popoli che subiscono la sua strategia di esportazione commerciale aggressiva con la firma di accordi di partenariato economico che distruggono, con la liberalizzazione dei mercati, interi settori economici nei paesi del Sud?

 E infine, quale messaggio per i milioni di cittadini che si mobilitano da due anni sulle pubbliche piazze di Grecia, Spagna o Portogallo contro la distruzione dei loro diritti sociali e le decisioni della Troika, Commissione e Banca Centrale per prime. Attac Norvegia ricorda che attualmente “coloro che manifestano contri le politiche neoliberali dell’Unione europea e i piani di austerità, subiscono una repressione poliziesca brutale”.

Invece del premio Nobel per la pace, proponiamo di assegnare all’Unione Europea il premio Nobel dell’austerità. Le politiche di austerità attuate in questi due anni hanno solo aggravata la situazione nei paesi che le subiscono. Approfondiscono in questo modo il divario tra i paesi “del centro” e quelli “della periferia”. Fanno crescere i nazionalismi e accentuano la guerra economica mettendo in grave pericolo la costruzione di un’Europa di solidarietà e cooperazione, che Attac Francia difende con tutti gli altri Attac d’Europa.

Attac Francia, 12 ottobre 2012