27 Maggio 2023: Manifestazione regionale in difesa della sanità pubblica





ATTAC - Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e l’Aiuto ai Cittadini
Educazione popolare rivolta all’azione
Le rovine della tragedia Thyssen sono ancora sotto gli occhi di tutti, contaminano l’aria e il Cromo VI continua ad inquinare la falda idrica. A distanza di 16 anni il Comune non ha ancora fatto rispettare la legge che impone la bonifica di quella zona a spese della proprietà. Il 13 gennaio scorso ha concesso un’altra proroga al 30 giugno del “progetto”- non ancora dei lavori – di messa in sicurezza di emergenza (MISE) della contaminazione in falda idrica da Cromo esavalente, tossico e cancerogeno.
Come se non bastasse, il 28 febbraio si è chiuso il bando con cui la Regione Piemonte assegna migliaia di euro alla costruzione sull’area ThyssenKrupp di uno stabilimento per la produzione di idrogeno liquido, il carburante “ecologico” che dovrebbe sostituire la benzina e il gasolio.
Ma l’idrogeno è una sostanza altamente infiammabile, una piccola perdita può provocare un incendio o un’esplosione. Anche con le misure di sicurezza più moderne e rigorose, il disastro può capitare.
Perciò un impianto di quel genere va eventualmente costruito il più lontano possibile dai luoghi abitati o frequentati dalla popolazione come il Parco della Pellerina. Senza dimenticare la siccità incombente: per produrre 1 kg di idrogeno da elettrolisi occorrono circa 9 litri di acqua, quindi per ottenere una tonnellata di H2 si devono consumare ben 9.000 litri. l nostro governo prevede di produrre 700mila tonnellate di idrogeno/anno entro il 2030, per le quali servono circa 6,3 milioni di metri cubi di acqua… lasciando magari asciutti i rubinetti di casa?
Non contenti, Comune e Regione intendono distruggere l’ambiente naturale dell’area giostre e una parte del Parco della Pellerina per insediare il nuovo Ospedale Maria Vittoria, sacrificando un ecosistema di fondamentale importanza per l’ambiente, il clima e la qualità della nostra vita grazie al suo ricchissimo patrimonio arboreo, a una flora estremamente specializzata e sensibile ai cambiamenti ambientali e alla presenza di molte specie di mammiferi, uccelli e anfibi.
Non vogliamo più correre rischi tremendi
NO alla produzione di idrogeno liquido alla Thyssen
Sì alla bonifica urgente di quello spazio risanato e restituito alla Città
per insediare il nuovo Ospedale Maria Vittoria
Le Circoscrizioni informino compiutamente la cittadinanza
Democrazia - Trasparenza - Partecipazione
Torino, 9 marzo 2023
ATTAC - Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e l’Aiuto ai Cittadini
Educazione popolare rivolta all’azione
Dopo aver spremuto ogni possibile valore materiale dal lavoro, dal suolo e dall’aria di Torino, lorsignori ci propongono ora di uscire da un ventennio di decadenza con il city-branding.
Un’operazione di immagine che in questi giorni a New York l‘ «asse americano»” Cirio-Lo Russo affida al grande capitale perché determini le scelte concrete del nuovo Piano Regolatore della Città, tenute ben nascoste ai torinesi.
La Stampa ci dice che sognano una sopraelevata, cosiddetta High Line, di 700 alberi sopra il trincerone della futura Metro2 in via Sempione, che farà certo piacere agli abitanti di Barriera di Milano.
Ma è questa la grande occasione di riqualificazione della Zona Nord prospettata dall’assessore all’Urbanistica? Dirà che non sono di sua competenza i drammatici problemi degli sfratti, degli abbandoni scolastici, della sanità pubblica allo sfascio. E che il Sindaco cerca di portare lavoro con i cantieri, meglio se delle grandi opere come le Olimpiadi. Dimenticando che proprio le Olimpiadi del 2006 hanno affondato in un debito pauroso il bilancio della Città.
Prima di andare a New York, non sarebbe meglio andare in Barriera e rendersi conto che non è attrattiva la città incapace di rispondere ai reali bisogni di chi vi abita e lavora, di cercare di risolverli insieme, e non rimettersi più alle decisioni dei poteri forti disposti ad investire solo a fini di lucro? A camuffare ancora con sostenibilità ambientale e riqualificazione urbana le solite operazioni di sfruttamento del suolo e di speculazione immobiliare? A sostituire le elemosine di una volta con qualche briciola di filantropia, fiore all’occhiello del city branding?