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Novembre 2024: Torino è ancora un laboratorio?

Dettagli
Le aziende pubbliche di Torino
26 Ottobre 2024

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ATTAC - Associazione per la Tassazione delle Transazioni finanziarie e l’Aiuto ai Cittadini

Educazione popolare rivolta all’azione

 

copertina ciclo pres

 

Torino è ancora un laboratorio?

Libri per attraversarne le contraddizioni.

 

Torino città laboratorio. Questa frase è stata ripetuta fino allo sfinimento, al punto di divenire un luogo comune, ci lascia comunque in eredità l’obbligo di continuare una riflessione sulla città e sul territorio.

Oggi la deindustrializzazione della città, con la sostanziale scomparsa delle industrie novecentesche, non compensata a sufficienza da un difficile abbozzo di reindustrializzazione, basata sulle nuove produzioni del XXI secolo, si verifica in contemporanea con una varietà di altre questioni. Ineludibile la questione ecologica, che vede sicuramente in primis l’emergenza climatica, senza però escludere gravi questione specifiche, riguardanti l’area regionale, derivanti spesso dalla precedente storia industriale.

Le crescenti diseguaglianze acuiscono la gravità della questione della gestione dei servizi pubblici, che si innervano in una dimensione territoriale più ampia (talvolta quasi coincidente con la Città Metropolitana). Gestione in precario equilibrio tra governo democratico e governance (pseudo)tecnocratica.

La scomparsa della grande industria come grande centro di potere politico ha aperto lo spazio a nuovi e non ancora definiti equilibri tra potere economico privato e amministrazioni territoriali elette a suffragio universale. Le stesse classi sociali tendono a rimodellarsi, per lo più per necessità, e a ridefinirsi in quanto tali e ciascuna nei rapporti con le altre classi.

In questa complessa fase di transizione è particolarmente difficile, per vari motivi, udire le voci critiche. Quelle voci che mai come in questi momenti di transizione sarebbero utili.

Ne abbiamo raccolte alcune, che toccano direttamente o indirettamente, la città e il suo territorio collegandosi l’una all’altra e che hanno il merito di fornire conoscenze e chiavi di lettura della nostra realtà usualmente tralasciate dai grandi mezzi di comunicazione di massa.

 

Riteniamo giusto contribuire a farle ascoltare.

6 novembre 2024 ore 18-20

“Privati di Torino”

con l’autore Maurizio Pagliassotti

Libreria A- Zeta via Saluzzo 44 Torino

 

Seguiranno a breve:

 

“PFAS - Gli inquinanti eterni e invisibili nell'acqua.

Storie di diritti negati e cittadinanza attiva”

con l’autore Giuseppe Ungherese

 

“Acqua Chiara”

con l’autrice Elisa Bevilacqua

 

La Stampa 11 febbraio 2022: Luigi La Spina forse non sa

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Le aziende pubbliche di Torino
12 Febbraio 2022

Torino non si vende

 

Il dott. Luigi La Spina nel suo articolo su La Stampa di ieri: Città e Aziende un rapporto da rifondare (riportato in fondo a questo comunicato) trascura il fatto che alcuni servizi pubblici locali sono strumenti indispensabili per rendere esigibili per tutti gli abitanti i diritti umani fondamentali : acqua, salute, conoscenza. 

Alcuni servizi,  per sua  stessa ammissione, sono dei monopoli naturali come l’acqua e non può esistere concorrenza tra privato e pubblico, ma solo la scelta politica della sua gestione: pubblica se l’acqua è considerata un bene comune,  o privata se è considerata una merce da cui trarre profitto. 

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16/11/2020: Privatizzazione del termovalorizzatore

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Le aziende pubbliche di Torino
16 Novembre 2020

 

inceneritore

Un'altra brutta giornata per Torino

Venerdì si compirà l'ultimo passo per la totale privatizzazione dell’inceneritore di Torino.

La presenza, ormai già drasticamente ridotta, del Comune di Torino negli assetti proprietari sarà virtualmente annullata come ogni reale possibilità di controllo, seppur indiretto, da parte dei cittadini.

Occorre ricordare che quest'opera, controversa sin dall'origine, fu accettata dalle assemblee elettive sulla base del solenne impegno a conservarne la proprietà totalmente pubblica come forma di effettivo presidio della salute pubblica.

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06/07/2020 Bilancio del Comune di Torino raschia il fondo del barile dei Servizi Pubblici per riempire i forzieri delle banche

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Le aziende pubbliche di Torino
06 Luglio 2020

palla

 

Nello stessa seduta in cui raccatta le ultime briciole con la svendita delle Farmacie Comunali e di TRM per tappare i buchi del bilancio, un silente Consiglio sembra non rendersi ancora conto di aver regalato fior di milioni di euro alle banche grazie ai contratti sui derivati che la Corte di Cassazione ha giudicato nulli.

Derivati =  spacciati per assicurazioni sui mutui, in realtà  sono vere e proprie speculazioni finanziarie su 520 milioni di mutui del Comune di Torino, a tutto vantaggio delle banche

Dopo un tira e molla che dura da anni, allo scopo evidente di non affrontare il problema, oggi, su 50 consiglieri, la sola Consigliera di Torino in Comune, affiancata da un’altra fuoriuscita dal gruppo 5 stelle, è finalmente riuscita a far dichiarare dall’Assessore al Bilancio che nessuno di tali contratti risulta autorizzato da un voto del Consiglio comunale e quindi, per la Corte di Cassazione, è un contratto NULLO!

Tranne la consigliera interrogante, nessuno dei consiglieri comunali si è preoccupato di chiedere quanto ci ha rimesso finora il Comune di Torino (sicuramente alcune centinaia di milioni di euro) tanto meno di farsi assicurare che almeno i milioni di euro previsti a bilancio 2020 e successivi, non saranno pagati. Ma non finisce qui.

L’intera questione sarà nuovamente discussa, alla luce di tutta la documentazione esistente, che l’Assessore Rolando è stato impegnato a esibire a tutti  i consiglieri in una prossima commissione consiliare. A quel punto, non potranno più dire di non sapere. Auguriamoci che si rendano conto che siedono in Consiglio comunale in rappresentanza dei cittadini/e torinesi e non delle banche.

Torino, 6 luglio 2020

Disgustosa ignavia della Sindaca di Torino e della sua vice.

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Le aziende pubbliche di Torino
05 Dicembre 2019
 
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La Sindaca e la sua vice Schellino, responsabile anche del settore emergenza abitativa, sanno benissimo che sul cc. n. 28128 della Cassa  Depositi e Prestiti giacciono almeno € 900 milioni - diconsi novecento milioni di euro - di fondi GESCAL non ancora utilizzati, versati a suo tempo dai lavoratori dipendenti per l'edilizia popolare. Ben due Commissioni consiliari del Comune di Torino ne sono a conoscenza su iniziativa della consigliera Artesio. A quanto pare, nè Appendino nè Schellino hanno mosso un dito. Se si fossero date da fare,  avrebbero potuto usare una minima parte di quei 900 milioni di euro, per acquisire al patrimonio comunale/ATC  gli alloggi sfitti o invenduti di cui si parla qui sotto, utilizzando i contributi dei lavoratori allo scopo per cui erano stati versati.
 
 
 
La Stampa, 4 dicembre 2019
 
 Patto tra Comune e privati "Le case sfitte o invendute alle famiglie sotto sfratto"
 
Fabrizio Assandri
 
Una società privata comprerà case sfitte per rispondere all'emergenza abitativa, in accordo con il Comune. Gli sfratti aumentano, al contempo le case sfitte o invendute trascinano al ribasso il mercato immobiliare e di soldi pubblici per far fronte all'emergenza casa ce ne sono pochi. Di qui la novità: si inizia con 50 alloggi (per ora acquisiti solo in piccola parte), poi il progetto potrà essere ampliato. Tra i finanziatori ci sono Unicredit e la Compagnia di San Paolo, oltre al governo che ha già dato al progetto una tranche di 150 mila euro anche se il Comune conta di ottenere un milione e mezzo. A questi fondi si aggiungono quelli privati, realtà come Legacoop e Confcoperative.
 
Finora si potevano seguire due strade: iscriversi alle lunghe liste d'attesa per una casa popolare oppure rivolgersi al mercato privato e chiedere al Comune di fare da garante e mediatore. La nuova società amplia le possibilità: fa da aggregatore di case, di modo che chi è sotto sfratto o in difficoltà abitativa potrà rivolgersi non solo al singolo privato ma alla società, che offrirà alloggi ad affitti calmierati. Allo stesso modo, chi ha una casa vuota ma non si fida di affittarla direttamente, potrà trovare questa mediazione. La società è profit: è una startup e l'innovazione sta proprio nel nuovo modello di business immobiliare.
 
Verranno comprati alloggi a basso costo, anche alle aste giudiziarie, in quartieri in cui il prezzo per metro quadro è più contenuto. Il modello di business prevede di coinvolgere piccoli e medi investitori privati, che riceveranno un rendimento finanziario intorno al 2,5%. La società si occuperà anche di fare ristrutturazioni e in alcuni casi potrà "salvare" gli sfrattati comprando all'asta il loro alloggio, e lasciandoli dentro come affittuari.
 
Se tutto funziona, il meccanismo dovrebbe essere virtuoso e «far ridurre sia gli sfratti che le case vuote», spiega la sindaca Appendino accompagnata dalla sua vice Schellino e dall'assessore Pironti. I numeri dell'emergenza abitativa restano drammatici: a Torino nel 2018 gli sfratti sono tornati a salire, dell'8 per cento, arrivando a quota 2.264, con un'incidenza quasi doppia rispetto alla media nazionale.

CS 14 Giugno 2019: F C T – Finanziaria Città di Torino diventa un altro bancomat del debito?

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Le aziende pubbliche di Torino
14 Giugno 2019

Il Consiglio comunale di Torino deve votare una proposta di delibera , dichiarata urgente dalla Giunta, per la riduzione del capitale sociale di FCT di 15 milioni di Euro (da 315 milioni a 300 milioni). Questa riduzione segue un’analoga misura del 2017 (da 335 milioni a 315). FCT, il cui unico proprietario è la Città di Torino, è il “veicolo finanziario” del Comune nelle sue numerose aziende partecipate o controllate.

Questa delibera, che potremmo considerare quasi di ordinaria amministrazione, ha come effetto quello di mettere la quota liberata nelle immediata disponibilità della Città.

Alla spontanea domanda: per farne cosa? La delibera offre una spiegazione sconsolante nella sua sommarietà: “Tali esuberanti risorse possono - e pertanto devono - trovare più efficiente impiego se opportunamente indirizzate a migliorare la situazione economico-finanziaria della Città”.

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