Nizza: Vertice Prodi-Sarkozy

La consegna di 31.608 firme NO TAV a Sarkozy

 

Il 30 novembre si va a Nizza …

 

(la gita vista da Paolo)

 

Andrea, alla guida dell’autobus parte alle cinque da Bussoleno, raccoglie partecipanti a Vaie, Sant’Ambrogio e a Villardora - Almese all’ingresso della tangenziale. E’ buio, il termometro segna meno 3, ma la "gita" sarà verso il sole della Riviera e della Côte d’Azur, dunque calda. All’inizio si chiacchiera, poi la vibrazione del diesel addormenta i discorsi.

 

 

Poco dopo l’alba ecco la Liguria annunciata dai due camin che fumano della centrale elettrica di Vado, ci fermiamo a fare colazione a Ceriale e lì ci raggiunge una telefonata della gendarmeria francese (hanno trovato un numero di telefono portatile in un nostro sito), il Lieutenant Jean-Paul vuole sapere il colore dei nostri autobus così - dice lui - a partire dalla frontiera vi scorteremo come un’importane delegazione. Non credono che ci sia solo un autobus, dicono che sono tre, gli facciamo i complimenti per aver moltiplicato per tre la nostra partecipazione, come Gesù con i pani ed i pesci.

A Ventimiglia avvistiamo, sulla corsia in nostra attesa, un’auto e due moto della gendarmeria francese e due auto della polizia italiana. Ci guardano, ma non sono certi che siamo noi, vedono la bandiera No TAV sul lunotto del bus e i motociclisti si mettono al nostro inseguimento, sembra di essere in un film, c’è molta animazione a bordo, si commenta questo fatto straordinario. Pochi minuti dopo i motard ci sorpassano e ci conducono al primo controllo subito dopo il casello de La Turbie.

Lì sono radunati molti agenti di polizia, due salgono sull’autobus e raccolgono tutti i nostri documenti, prendono nota di tutto, ci scrutano. Anche noi identifichiamo i nostri angeli custodi, nomi, grado, scopo dei loro movimenti, li fotografiamo tutti, ci scambiamo un po’ i ruoli …. Ora che ci conosciamo bene, possiamo ripartire.

Concordiamo con il loro capo usando il telefono di una delle loro moto gli orari e il luogo dove l’autobus dovrà essere parcheggiato (scopriamo di conoscere questo indirizzo meglio di loro, dato che ce lo aveva comunicato per iscritto la Prefettura di Nizza e loro non lo sapevano!).

Si riparte, grazie alla scorta - ci fanno passare anche con i semafori rossi - arriviamo alla stazione ferroviaria di Nizza senza problemi, i passanti ci guardano curiosi.

Siamo in perfetto orario, scendiamo e scopriamo di essere circondati da più di 50 poliziotti. Un gruppo di sei di loro sta al chiuso in un minibus e tutti e sei, a capo chino, giocano con una piccola playstation portatile, forse è una delle loro dotazioni insieme al manganello e al casco.

Intanto ci raggiunge Geneviève di Attac Nice, l’associazione che ci ha aiutato affinché la consegna delle nostre firme a Sarkozy potesse essere realizzata, scambiamo commenti e foto, la ringraziamo di cuore per l’assistenza che ci hanno dato.

Concordiamo con uno dei capi poliziotti l’orario di partenza verso la Place Massena, dove aspetteremo di essere chiamati per la consegna delle firme e in attesa andiamo anche a fare pipì alla stazione.

Alle 11.25, in corteo con bandiere No TAV, cartelli ("Nous défendrons notre territoire à tout prix", "Non au TAV Lyon Turin") e striscione ("Siamo il sale, il pepe e il peperoncino della democrazia, Comitato No TAV Rivalta di Torino"), ci muoviamo verso la nostra destinazione. E’ un corteo scandito da molti "Sarà Dura !" intonati da Alberto con voce potente, distribuiamo molte centinaia di volantini in francese a tutti i passanti. A Nizza hanno appena inaugurato la linea del tram (dopo aver smantellato 40 anni fa quelle storiche) e il nostro corteo segue parte dei binari, dobbiamo stare attenti a non farci travolgere dal mezzo e a non toccare il filo con alcune delle nostre aste porta bandiera più alte.

In piazza Massena i poliziotti si schierano segnalando che non potremo oltrepassare la loro linea. Il Palais des Rois de Sardaigne, dove si svolge il Vertice Italo francese, è a 300 metri dietro le case al fondo della piazza, nel quartiere chiamato Vieux Nice, oggi "zona rossa".

Dopo poco ci raggiungono altri militanti di Attac che stanno raccogliendo firme per chiedere a Sarkozy che sia indetto un referendum popolare per dare ai cittadini francesi la possibilità di scegliere se approvare o bocciare il nuovo Trattato Costituzionale Europeo (TCE). I francesi, a larga maggioranza, avevano già respinto il testo del TCE nel 2005 insieme agli olandesi, noi i italiani invece non ci siamo nemmeno accorti che il nostro Parlamento lo aveva approvato a larghissima maggioranza, senza attivare un vero dibattito popolare.

Tra parentesi , credo sia opportuno sapere che in Italia i trattati internazionali non possono esser sottoposti a referendum abrogativo, come possono esserlo le leggi ordinarie. E’ questo un argomento sul quale dovremo tornare anche perché la costruzione della nuova ferrovia Torino - Lione è stata inserita proprio in un trattato internazionale tra Francia e Italia, che quindi mai potrà essere messo in discussione dai cittadini.

Ma torniamo alla piazza, dove restiamo oltre un’ora e mezza scaldati da un magnifico sole attendendo la chiamata. Il locale capo dei Renseignements Généraux (la Digos francese) ci dice infine che saremo ricevuti da un vice-prefetto alle 13.30 e che la nostra delegazione sarà limitata a due persone. Si decide che Alberto e Paolo partecipino perché se la cavano con il francese, ma richiediamo una presenza femminile, facciamo rilevare che Barrot e Prodi sono stati più "generosi" nel numero. Alla fine accettano tre militanti e partecipa anche Nicoletta. Insieme a noi ci saranno Geneviève e Franck di Attac Nice per presentare la loro richiesta di referendum.

Il capo dei RG accompagna - e sorveglia - la nostra piccola comitiva verso l’appuntamento, invitandoci ad eliminare ogni segno di militanza, via le bandiere allora. In una modesta saletta al primo piano del Comune di Nizza ci attende un giovane Vice Prefetto che afferma subito di conoscere bene la Val Susa (ci ha detto dove va a comprare il vino quando viene in Italia a trovare i parenti della moglie che è italiana). Ci invita ad esporre le nostre ragioni, parliamo a turno in francese e in italiano - che lui capisce benissimo - ci ascolta, sembra quasi che sia d’accordo con noi, gli diamo gli otto volumi e la copia della nostra lettera a Sarkozy. Al termine della "cerimonia" gli chiediamo formalmente di fare la commissione e lui assicura che riferirà in alto le nostre ragioni e consegnerà le firme. Lo stesso fanno i compagni di Attac Nizza. Ci lasciano fare due foto due e ce ne andiamo, sempre accompagnati dal capo dei RG.

All’arrivo in piazza ci dicono che alcuni di noi sono andati a salutare i "potenti" mentre uscivano dal Palais des rois per recarsi a pranzo. Mentre Sarkozy, novello napoleone, stringeva mani e si lasciava festeggiare dalla claque avendo al suo fianco Prodi, i nostri "gitanti" sono riusciti ad arrivare ad un metro da D’Alema sventolando le bandiere No TAV, Massimo, richiamato da …. , ha esclamato: "Ah, i No Tav , bravi bravi !" In questa occasione la polizia ha voluto un souvenir accontentandosi di due bandiere No TAV, ma ha anche minacciato di far saltare il nostro incontro che stava per iniziare in municipio.

Si sgombera il presidio No TAV in piazza Massena e "da turisti" si fa ritorno al bus.

Nel frattempo due valsusine e un valsusino avevano deciso di vedere il mare, avevano ben ragione di visitare, non capita tutti i giorni di avere a pochi metri la Promenades des anglais ! Mal gliene incolse ! Proprio vicino al nostro flâneur e alle nostre due flâneuses (cioè quelli che vanno a spasso, ma in francese) vi era il ristorante dove facevano colazione i grandi capi italo - francesi, la polizia vedendo arrivare tre "minacciosi" valsusini, con bandiere arrotolate e quindi ancora più pericolose, li ha caricati sulla loro auto pensando che si fossero persi. Che gentili gli agenti ! Solo che invece di accompagnarli alla stazione dove il nostro autobus li aspettava, li ha portati in commissariato.

Grazie ad un paio di telefonate con il responsabile dei RG e con la Farnesina (cioè con D’Alema, speriamo di non avergli rovinato la digestione…), la polizia si è convinta che era meglio liberare i prigionieri e ha deciso di riportarli al bus con le scuse.

Peccato, ci sarebbe tanto piaciuto andare sotto al commissariato a gridare "Liberateli o Sarà Dura, per voi !".

Alle 16.15 Andrea mette in moto e si torna in valle, ma non sarà certo l’ultima "gita".

Di quasi tutto questo, per gli assenti e i distratti, una documentazione fotografica è a disposizione sul sito www.notav-valsangone.eu.