Le fondazioni bancarie e il silenzio dei chierici
Dubitiamo che i nostri amministratori locali, dediti alla comunicazione via social, abbiamo letto il giudizio impietoso su di loro pubblicato dal prof. Toti Musumeci sulla Stampa del 31 dicembre scorso: : “…imbrigliati da redini che li tengono stretti ... con pochi margini di manovra… e marginale capacità di intervento … prevalentemente privi di visione organizzata, ove è discrezionale”. E ignorino quindi l’alternativa da lui proposta : le Fondazioni bancarie sostituiscano i partiti, anch’essi istituzioni di natura privata che svolgono una funzione pubblica, e assumano un ruolo concorrente se non addirittura suppletivo nei confronti delle istituzioni pubbliche: Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni e … in prospettiva anche del Governo nazionale, perché no?
Rispetto alle istituzioni elettive “… le Fondazioni possono avere un ruolo sempre più politico … perché godono di rilevanti vantaggi: dalla sostanziale stabilità degli organi alla significativa capacità di intervento, dalla missione di dedicarsi solo ad attività sociali e culturali alla autonomia e indipendenza rispetto ai soggetti che ne hanno designato gli organi di indirizzo e di gestione (sic!) che possano individuare le modalità di intervento migliori per contribuire a uno sviluppo equilibrato, sostenibile, solidale e giusto… del proprio territorio
Di fronte all’innegabile squallore della politica attuale, il nostro professore di Management – ex deputato del Centro Cristiano Democratico - ritiene necessario “nuovamente creare la nostra società”. E propone di affidare alle Fondazioni bancarie il ruolo di “… nuova classe dirigente che con competenza e professionalità (sì, anche nella politica ci vuole professionalità e non solo improvvisazione) sappia indirizzare il Paese lungo percorsi che abbiano attenzione al territorio e rispetto per l'interesse generale dei cittadini.”
È evidente la consonanza con il collega accademico U. Mattei, influente consulente della maggioranza pentastellata al Comune di Torino, tanto da convincerla di essere così limitata, imbrigliata, marginale, priva di visione …” al punto di approvare la deliberazione n. 01609/070 del 2 dicembre 2019 che conferisce alle Fondazioni il Governo dei Beni Comuni Urbani della Città.
Teorie che trovano spazio e dignità di pubblicazione su mezzi d’informazione che vanno da Volere la Luna a La Stampa al Fatto Quotidiano, nel silenzio dei chierici.
Torino, 7 gennaio 2020