Giovedì 30 Marzo si terrà l'assemblea dei soci di Attac Torino alle ore 21 presso Arci Caffè basaglia, via Mantova 34, Torino (in seconda convocazione).
Dedicheremo la prima (breve) parte della serata agli espletamenti burocratici (rinnovo incarichi ed approvazione bilancio).
La seconda parte sarà invece dedicata a discutere obiettivi ed iniziative dell'associazione, anche sulla base delle linee guida proposte per i comitati territoriali che potete trovare a questo link.
Sarà inoltre presente Antonio de Lellis, del consiglio nazionale di Attac Italia, che ci aggiornerà sul percorso di CADTM Italia, Comitato per l'annullamento del debito illegittimo, che vede Attac tra i promotori e che è la prosecuzione del Forum per una Nuova Finanza Pubblica e Sociale.
Nasce per mettere in discussione l'ideologia del debito, che è diventato oggi “lo shock per far diventare politicamente inevitabile, ciò che è socialmente inaccettabile” (Milton Friedman), determinando scelte politiche ed economiche sia a livello nazionale che a livello locale, che mettono in crisi la stessa funzione sociale degli enti locali.

8 Marzo 2017: Nuova proiezione di "Kurdistan, donne in guerra (guarda il comunicato a questo link).

I primi due mesi della nuova amministrazione di Roma Capitale, aldilà della pressione mediatica e politica senza precedenti a cui è stata e continua ad essere sottoposta, stanno dimostrando alcuni deficit strutturali del Movimento 5Stelle.
Il primo e più evidente deficit consiste nella mancanza di una visione sistemica della città. Senza questa visione, non si accede all’idea di città come sistema complesso con differenti dislocazioni dei poteri (rendita fondiaria e immobiliare, sistema bancario e finanziario, multiutility in borsa come Acea, partecipate come Atac e Ama, governo, prefettura e questura, Vaticano, solo per citare i più evidenti) e si rischia di cadere nell’errore di pensare che l’aver preso il governo della città coincida con l’aver preso il potere nella stessa.
Due sono le immediate conseguenze di questo equivoco.
La prima è che si pensi che con la vittoria elettorale il più sia stato compiuto e che si tratti ora solo di amministrare meglio delle precedenti esperienze di governo. L’idea che la squadra di governo debba essere scelta attraverso i curriculum e le competenze tecniche astrae totalmente il governo della città dai terreni del conflitto e della partecipazione, ovvero dalla politica in quanto tale, e la
direzione delle scelte viene affidata ad una somma di competenze individuali, di per sé immaginate come oggettive e neutrali rispetto alle contraddizioni della città.
Invito all'università estiva di Attac Italia, Roma, 16-18 settembre 2016
Nel 2015, secondo l’Istat, le famiglie che in Italia vivevano in povertà assoluta sono diventate 1 milione e 582 mila, pari a 4 milioni e 598 mila persone, il numero più alto dal 2005.
Sempre nel 2015, una ricerca Censis-Rbm calcola in oltre 11 milioni (coinvolto il 43% delle famiglie italiane) le persone che hanno dovuto rinviare o rinunciare a cure mediche adeguate, a causa delle difficoltà economiche.
Nel medesimo anno, come in tutti gli anni precedenti, lo Stato ha pagato 85 miliardi di euro solo per gli interessi sul debito pubblico.
C’è connessione fra queste cifre? Chi dice di no non ha mai fatto parte né della categoria della povertà assoluta, né di quella che fatica a curarsi adeguatamente. E’ per questo che considera il debito pubblico italiano come essenzialmente dovuto alla dissennatezza collettiva dell’aver vissuto per anni “al di sopra delle proprie possibilità” e trova ora normale doverne pagare lo scotto (interessi compresi), sapendo che ricadrà su ben precise fasce di popolazione.
Ma è andata davvero così? Naturalmente no e pochi dati bastano a dimostrarlo.